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«Accogliamo con favore lo stanziamento di 84 milioni di euro da parte dello Stato e di 4,5 milioni dalla Regione Piemonte per la realizzazione del Parco della Salute di Torino, ma ci chiediamo cosa accadrà fino a quando questa struttura non sarà operativa». È il commento di Claudio Delli Carri, segretario regionale di Nursing Up Piemonte, che solleva interrogativi cruciali sulla gestione della sanità piemontese nei prossimi anni.
Il Parco della Salute sostituirà tre grandi ospedali torinesi – le Molinette, il Presidio Sant’Anna e il CTO – ma queste strutture, già oggi, sono al limite. «Gli ospedali sono vetusti, il personale sanitario lavora in condizioni difficili e non c’è un piano chiaro per affrontare la transizione», sottolinea Delli Carri.
Ad esempio l’ospedale Molinette compie quest’anno 90 anni, e la sua conformazione non risponde più agli standard moderni. «Abbiamo reparti dislocati in modo inefficiente, con percorsi lunghi e tortuosi che rallentano il lavoro degli operatori e l’assistenza ai pazienti. In alcuni casi, un semplice trasferimento può richiedere anche 30 minuti», spiega il segretario di Nursing Up Piemonte.
I fondi stanziati
Attualmente la Regione ha finanziato 34 milioni di euro per interventi di ristrutturazione in Città della Salute, di cui 9 milioni sono già stati impegnati per il pronto soccorso delle Molinette, mentre il restante importo è ancora destinabile. Considerando che il costo minimo medio per la ristrutturazione di un reparto si aggira intorno ai 500.000 euro, Nursing Up Piemonte chiede alla Regione una razionalizzazione strategica degli interventi. «Chiediamo che i fondi disponibili vengano utilizzati per riorganizzare i reparti e i dipartimenti in modo più efficiente, organizzando i padiglioni in base alle specialità –sottolinea Delli Carri –. Una distribuzione più logica dei reparti migliorerebbe la gestione dei pazienti, ridurrebbe i tempi di spostamento e ottimizzerebbe le risorse a disposizione».
Un altro intervento necessario riguarda l’introduzione di una squadra trasporti, che possa alleggerire il carico di lavoro degli infermieri e degli OSS, oggi costretti a dedicare tempo al trasferimento dei pazienti invece di concentrarsi sull’assistenza diretta. «Si tratta di un modello già applicato in altre strutture sanitarie, che permetterebbe un’organizzazione più efficiente e una maggiore qualità dell’assistenza».
Oltre al Parco della salute rimane il problema della carenza di personale
Nursing Up Piemonte denuncia anche la cronica carenza di personale. «Non basta costruire un ospedale nuovo se non ci sono operatori sanitari a farlo funzionare. Il personale invecchia e il turnover è bloccato, con il rischio di un ulteriore collasso nei prossimi anni», avverte Delli Carri.
Il sindacato chiede un piano di gestione immediato che preveda assunzioni mirate per coprire le carenze nei reparti più critici, incentivi e stabilizzazione del personale per evitare la fuga di professionisti verso altre regioni o il settore privato, e una riorganizzazione funzionale degli ospedali esistenti affinché si possa lavorare in condizioni migliori fino alla realizzazione del Parco della Salute.
«Il Parco della Salute sarà un’opportunità, ma non possiamo permetterci di aspettare anni senza affrontare i problemi attuali. Chiediamo alla Regione un confronto immediato per discutere interventi concreti e garantire un servizio sanitario efficiente già oggi, non solo domani», conclude Delli Carri.