carenza infermieri

Con l’estate alle porte, la sanità piemontese si prepara ad affrontare una nuova emergenza: quella della carenza di personale infermieristico. Secondo i dati raccolti dalle ASL della Regione, mancano all’appello oltre 6.000 infermieri, una cifra che mette in seria difficoltà la gestione dei reparti ospedalieri e dei servizi territoriali, soprattutto in vista delle ferie estive.

«L’assenza di nuovi provvedimenti di assunzione, sia da parte dello Stato che della Regione, rende insostenibile la gestione quotidiana dei reparti ospedalieri e dei servizi territoriali» dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato Nursing Up Piemonte Valle d’Aosta.

Particolarmente preoccupante la situazione nella Città della Salute di Torino, principale polo ospedaliero della Regione dove il fabbisogno urgente riguarda circa 200 infermieri nei reparti di emergenza e urgenza. Una carenza che si riflette direttamente sulla qualità dell’assistenza ai pazienti e sulle condizioni lavorative degli operatori sanitari. «Non si tratta solo di numeri – sottolinea Delli Carri – ma di un impatto diretto sulla qualità dell’assistenza ai pazienti e sulle condizioni di lavoro di chi opera in corsia. È una questione che riguarda la salute di tutti.»

Carenza degli infermieri: situazione critica nella Città della Salute

Secondo quanto segnalato dal sindacato, la Città della Salute sarebbe stata obbligata ad adottare il sistema di calcolo degli standard assistenziali fornito da AGENAS tramite gli advisor. Tuttavia, i risultati di tale procedura non sembrano coincidere con le vere necessità di personale per la garanzia degli standard assistenziali.

La carenza di organico impedisce inoltre il rispetto dei protocolli sui numeri minimi di assistenza, fondamentali per garantire la sicurezza e l’efficacia delle cure.  «Oggi quei protocolli non sono sufficienti – precisa Delli Carri – con ricadute importanti sia sui pazienti, che non ricevono un’assistenza adeguata, sia sugli operatori sanitari, sottoposti a turni sempre più logoranti e carichi di lavoro insostenibili.»

Delli Carri segnala infine la necessità di intervenire anche sull’organizzazione interna delle strutture, separando le mansioni assistenziali da quelle logistiche.«Serve una riorganizzazione funzionale – conclude – che permetta al personale sanitario di concentrarsi sul proprio ruolo, restituendo efficienza e dignità al sistema sanitario piemontese.»