
Una Consulta regionale per affrontare le emergenze della sanità. È la proposta a cui aderisce anche Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, rilanciando la necessità di un organismo stabile dedicato alle professioni infermieristiche e sanitarie, previsto dalla legge 43/2006 e rivolto alla Commissione Affari Sociali e alle istituzioni regionali.
L’iniziativa nasce dalla consapevolezza delle criticità ormai strutturali che attraversano il sistema sanitario: carenza di personale, burnout, disparità territoriali e di genere, difficoltà nel garantire sicurezza nei luoghi di lavoro e, soprattutto, scarsa attrattività delle professioni per le nuove generazioni.
Obiettivi e funzioni della Consulta
La Consulta avrebbe un duplice obiettivo: da un lato, dare voce e visibilità alle urgenze del comparto infermieristico; dall’altro, valorizzare il ruolo di ostetriche e altri professionisti dell’area sanitaria non medica, anch’essi riconosciuti dalla legge 43/2006, rafforzandone il peso all’interno del Servizio Sanitario Regionale e Nazionale.
Il nuovo organismo dovrebbe essere formato da 6-7 professionisti con esperienza nei settori ospedaliero, territoriale e accademico, selezionati dai sindacati rappresentativi della sanità e con la partecipazione degli Ordini Professionali. Analisi di dossier, incontri periodici e relazioni ufficiali indirizzate alle istituzioni costituirebbero la base di un lavoro mirato a tradurre la cornice normativa nazionale in azioni concrete sul territorio.
«Gli infermieri sono la spina dorsale della sanità pubblica – sottolinea Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta – ma al loro fianco operano ostetriche e altri professionisti ex legge 43/2006, che quotidianamente garantiscono assistenza ai cittadini. La nostra proposta, sulla falsa riga di quella nazionale, intende riconoscere il loro ruolo centrale, superando approcci puramente formali e costruendo strumenti concreti di valorizzazione. La Consulta sarà il primo passo verso una sanità più sicura, efficiente e attrattiva per le nuove generazioni.»