Cassazione: il tempo di vestizione va retribuito

Una sentenza della Corte di Cassazione mette fine alla lunga battaglia legale e sindacale che coinvolge gli operatori sanitari piemontesi. Con l’ordinanza 12519/2025, pubblicata il 12 maggio 2025, la Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso dell’ASL TO4, confermando le decisioni già prese in primo e in secondo grado. Viene così ribadito che il tempo speso ogni giorno dagli infermieri e dagli operatori per indossare e togliere la divisa è parte integrante della prestazione lavorativa e, come tale, dev’essere retribuito.

Il caso era nato dalla vertenza aperta da un infermiere in servizio presso un presidio ospedaliero dell’ASL TO4, difeso dall’avvocato Marco Pascale, che aveva chiesto il riconoscimento economico dei dieci minuti giornalieri dedicati alla vestizione e svestizione tra il 2018 e 2020. La Cassazione ha accolto pienamente questa impostazione, definendo quel tempo come “eterodiretto e sistematico” e dunque assimilabile a lavoro effettivo.

«È una vittoria che riguarda tutti gli infermieri, i professionisti della salute e gli operatori sanitari – dichiara Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up Piemonte –. La Cassazione ha riconosciuto con chiarezza che il tempo necessario per indossare la divisa non è un’opzione, ma un obbligo imposto dalle aziende sanitarie. E se è obbligatorio, deve essere retribuito».

La Cassazione accoglie la linea difensiva

«Abbiamo sostenuto che, collocandosi al di fuori ed in aggiunta rispetto alla durata del turno, il tempo di vestizione non può dirsi ricompreso nelle cosiddette eccedenze orarie e neppure può, in assenza di espressa richiesta del lavoratore, essere retribuito tramite riposi compensativi – afferma l’avvocato Marco Pascale -. La Cassazione ha accolto integralmente la nostra impostazione, riconoscendo che la tutela dei diritti contrattuali non può essere elusa da prassi organizzative aziendali».

Anche dal territorio, dove la vertenza ha preso origine, arriva la soddisfazione del sindacato.
«Questa sentenza è il risultato di un lavoro sindacale paziente e determinato – commenta Marco Boccacciari, segretario sindacale Nursing Up presso la ASL TO4 –. Per anni abbiamo ascoltato i colleghi, raccolto segnalazioni e portato avanti richieste inascoltate. Oggi arriva un segnale forte e chiaro: il tempo degli operatori ha valore e deve essere rispettato».

Una vittoria nata dall’ascolto del territorio


Il sindacato Nursing Up Piemonte sottolinea che, secondo la Suprema Corte, il contratto integrativo aziendale non può derogare in pejus al Contratto Collettivo Nazionale. Di conseguenza, i dieci minuti previsti dal CCNL per la vestizione e i cinque per il passaggio di consegne devono essere considerati distinti e cumulabili, non sovrapponibili.
«Questa sentenza apre la strada a una nuova stagione di tutela sindacale – conclude Delli Carri –. Nursing Up è pronto a sostenere ogni infermiere, professionista sanitario e operatore che intenda far valere i propri diritti: il tempo di lavoro deve essere riconosciuto e rispettato, senza scorciatoie e senza interpretazioni arbitrarie».
La ASL TO4 è stata condannata anche al pagamento delle spese legali.