COMUNICATO STAMPA
Il ricorso sempre più massiccio agli “infermieri gettonisti”
si diffonderà anche in Piemonte
Urgente un’azione statale per arginare un fenomeno che rischia di
frantumare il nostro sistema sanitario
Il fenomeno degli infermieri “gettonisti”, coloro, cioè, che vengono forniti alle aziende sanitarie tramite le agenzie di lavoro interinale, con retribuzioni che in Veneto hanno raggiunto anche i 6mila euro lordi mensili, si diffonderà presto, in modo preoccupante anche nella nostra regione. E quando arriverà, sarà troppo tardi.
Come già accade per i “medici gettonisti”, si tratta di professionisti che vengono chiamati a “tappare i buchi” di un sistema sanitario che evidentemente sta facendo acqua da tutte le parti. Un sistema che anziché incentivare, tutelare e supportare i professionisti che hanno un contratto pubblico (che comunque non arriva, in media, a più di 1600 euro netti al mese), preferisce intervenire a tappare le emergenze con soluzioni temporanee, tramite le agenzie interinali, creando una dinamica che di fatto creerà ancora più problemi, non risolvendo, anzi aumentando, la carenza di personale, frantumando la continuità assistenziale con continui cambi di personale, e con il rischio concreto di inserirsi in una spirale di spese incontrollabili dalla quale sarà difficilissimo uscire.
Il Nursing Up, il sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, chiede che siano messe in atto in modo immediato misure concrete che creino un argine al fenomeno degli “infermieri gettonisti”, a favore invece dell’incentivazione del lavoro dei professionisti che già oggi sono presenti in sanità, rendendo appetibile l’assunzione pubblica con una retribuzione adeguata e aggiornata alle riconosciute (anche all’estero) professionalità dei nostri infermieri, pianificando nel contempo le nuove e necessarie assunzioni. Un piano che non può essere realizzato dalla nostra regione, ma deve partire dal Governo centrale, da Roma, con linee guida chiare e coperture economiche certe per tutte le regioni italiane.
Il Segretario Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, sottolinea: “La carenza di personale che caratterizza in modo sempre più pressante le nostre aziende sanitarie, sia in Piemonte sia nel resto d’Italia, è evidente ed è un problema non più rimandabile. Lo ha ricordato ancora oggi il nostro presidente nazionale Antonio De Palma che, citando dati dell’autorevole Osservatorio sui Conti Pubblici, ha rilevato come il nostro Paese sia agli ultimi posti in Europa per numero di infermieri nel sistema sanitario rispetto alle reali necessità: per arrivare ai livelli europei servirebbero in pratica 309 infermieri in più ogni 100mila abitanti. Detto ciò, il fenomeno dei gettonisti anche tra gli infermieri non è la soluzione. Ed è semplice capire il perché. Tappando i buchi di personale con professionisti acquisiti “a gettone” non si risolve il problema degli organici, ma si fornisce solo un palliativo estemporaneo e costoso ad una situazione di emergenza che va invece affrontata in modo organico. Inoltre, le retribuzioni astronomiche che vengono riconosciute nei contratti con le agenzie interinali, come in Veneto, a lungo andare porteranno il personale oggi impegnato nel pubblico, con uno stipendio non adeguato alle professionalità che ogni infermiere garantisce, a pensare di lasciare il proprio impiego, per rientrare a fare lo stesso lavoro in un secondo tempo tramite una agenzia interinale guadagnando più del doppio di prima. Ciò, frantuma di fatto la continuità assistenziale, con i reparti, soprattutto quelli di emergenza urgenza, che saranno sempre più sottoposti ad una girandola di professionisti che cambiano in modo veloce (come accade già con i medici) e ogni volta devono ricominciare da zero con le procedure e con la storia di ogni paziente. E in più, in prospettiva, tale fenomeno andrà a depauperare ancora maggiormente il già risicatissimo organico della sanità pubblica, portando il sistema sanitario sull’orlo del collasso, alzando oltretutto in modo incontrollabile i costi. Perché senza un immediato ritocco verso l’alto dei tetti di spesa per il personale, sarà inevitabile trovarsi con l’esternalizzazione dei servizi a costi altissimi.
L’unica soluzione è porre un argine immediato a tale fenomeno, valorizzando in modo concreto il personale già presente nella sanità pubblica con un corposo adeguamento delle retribuzioni che attenui o cancelli la disparità tra i “gettonisti” e coloro che invece sono assunti nel pubblico e arrivano a malapena a 1600 euro al mese.
Inoltre, la professione infermieristica in Italia, nella sanità pubblica, va resa appetibile adeguando gli standard anche retributivi e professionali a quello europei, per diminuire la sempre maggiore fuga delle nuove leve altrove. Si tratta di un’azione che su input delle regioni deve partire da Roma, dal Governo centrale. La gravità, in prospettiva, del fenomeno dei gettonisti, che si sta diffondendo a macchia d’olio, e arriverà anche in Piemonte, è evidente: si tratta di una sorta di bomba ad orologeria pronta a sconquassare il sistema sanitario dall’interno”.
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Per ulteriori informazioni contattare:
Il Segretario Regionale
Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta
Claudio Delli Carri
011.306 703 – 389.809 340
La Regione lancia il bando per il reclutamento di nuovi infermieri con contratti
a 36 mesi: una vittoria sindacale e del buon senso
Ora si metta mano alle tariffe ridicolmente basse delle prestazioni aggiuntive
L’Asl Città di Torino ha finalmente pubblicato il bando (il 2 novembre scorso) per il reclutamento di nuovi
infermieri ai quali verrà offerto un contratto a tempo determinato che sarà, come più volte avevamo chiesto, di 36 mesi (tre anni). Si tratta di una vittoria sindacale e del buonsenso, che permetterà finalmente, come regione, di attrarre professionalità da impiegare nelle nostre strutture sanitarie, cercando di limitare l’emorragia di infermieri e professionisti della sanità attirati altrove, lontano dal Piemonte, da offerte più allettanti di quelle viste fino a oggi. Un atto concreto che potrà limitare l’estrema necessità di nuovo personale da impiegare nelle strutture sanitarie in un periodo di grande emergenza.
Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, esprime la sua soddisfazione per l’indizione del bando e auspica che le procedure possano seguire l’iter più rapido possibile in modo da avere a disposizione le nuove forze da impiegare negli ospedali in tempi ragionevolmente brevi.
Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri, sottolinea l’importanza della decisione di allungare la proposta di contratto a tempo determinato a 36 mesi: “Per mesi abbiamo detto e ripetuto che offrire contratti a termine di due o tre mesi era assurdo. Siamo molto soddisfatti che la Regione e l’Asl abbiano recepito la correttezza della nostra richiesta e che sia stato pubblicato il nuovo bando con l’offerta di contratti a 36 mesi, così come avviene già in altre regioni. Si tratta di una vittoria sindacale che va nella direzione del buonsenso, soddisfacendo la necessità di implementare gli organici con professionalità che possano garantire un minimo di respiro ai turni su un lasso di tempo ragionevolmente esteso”.
Aggiunge Delli Carri: “Ora però è necessario che la Regione convochi subito le rappresentanze sindacali firmatarie del contratto per discutere della retribuzione delle prestazioni aggiuntive che tutte le aziende stanno utilizzando e continueranno ad utilizzare per coprire i turni in attesa della conclusione delle procedure di reclutamento legate alle nuove assunzioni. Le tariffe attuali riconosciute, infatti, sono vecchie di 18 anni e prevedono una retribuzione di 26 euro lordi l’ora, una cifra non congrua che va subito rivista. Basti pensare che solo qualche mese fa, per la riduzione delle liste d’attesa, era stata prevista una retribuzione doppia, di 50 euro lordi l’ora, per le prestazioni aggiuntive necessarie a tale obbiettivo. Oggi, una prestazione aggiuntiva, anche solo un’ora in più di un infermiere in un ospedale, è fondamentale, ad esempio per migliorare la situazione di criticità legata all’emergenza della pandemia. Crediamo che ciò vada riconosciuto con una tariffa adeguata che sia almeno doppia rispetto a quella attuale. La Regione ha fatto un primo importante passo con il bando per i contratti a 36 mesi, ora prosegua sul percorso intrapreso modificando al rialzo le tariffe orarie
delle prestazioni aggiuntive”.
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