Fenomeno preoccupante per la professione infermieristica in Italia: il numero degli infermieri in servizio supera quello degli iscritti al relativo corso di laurea. Una controtendenza rispetto alle altre facoltà universitarie.
«Gli stipendi degli infermieri italiani sono tra i più bassi d’Europa – dichiara Claudio Delli Carri, segretario di Nursing Up Piemonte -. Questo gap retributivo contribuisce a una crescente “fuga di cervelli”, con molti professionisti del settore che abbandonano la professione o emigrano verso paesi con migliori opportunità economiche».
L’allerta riguardo alla crisi è stata lanciata già lo scorso anno, quando si è registrato un calo del 10% nelle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica e un ulteriore 20% degli studenti ha abbandonato gli studi durante il triennio.
«La situazione è critica e potrebbe peggiorare se non si interviene. È essenziale rendere la professione infermieristica più attrattiva, sia dal punto di vista economico che professionale», afferma Delli Carri.
Un’altra problematica rilevante riguarda la mancata valorizzazione delle specializzazioni infermieristiche: dall’infermiere di famiglia e pic-team a quello di endoscopia di anestesia.
«Serve un intervento urgente e strutturale da parte del governo per garantire un’adeguata valorizzazione della professione e delle sue specializzazioni. Se non si adottano misure concrete e tempestive, tra dieci anni ci troveremo di fronte a una crisi ancora più grave, con una carenza di infermieri che metterà a rischio al qualità dell’assistenza e dei servizi sanitari», conclude Delli Carri.